Fase 2 Trastevere In Vino Veritas

Avevano riaperto la loro porticina al numero 2a di via Garibaldi nel tardo pomeriggio del 18 maggio 2020, il giorno che verrà ricordato come quello dell’inizio in Italia della cosiddetta “Fase 2”, quella dell’allentamento delle misure restrittive in seguito all’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia di Covid-19.

Dopo un paio di mesi di chiusura forzata, i giovani Lorenzo Ventura e Valerio Roscioni, da poco diventati proprietari del wine bar trasteverino In Vino Veritas, non vedevano l’ora di riaccogliere i loro affezionati clienti, moltissimi dei quali anche fraterni amici.

Valerio e Lorenzo, come è andato quel 18 maggio?

Avevamo riaperto da un’ora e mezza. Stavamo contingentando l’ingresso al locale come previsto dal regolamento emanato quando sono arrivati un gruppo di Carabinieri che avevano visto alcune persone fuori dal locale alle quali avevamo già intimato il rispetto del distanziamento sociale di un metro. Dopo un primo avvertimento degli stessi Carabinieri, abbiamo nuovamente invitato queste persone a mantenere la giusta distanza tra loro e soprattutto a non restare nei paraggi dell’entrata, mostrando la massima collaborazione e chiedendo anche agli stessi uomini delle forze dell’ordine consigli e metodi di comportamento, essendo appunto il primo giorno di riapertura.

Poi che è successo?

Dopo un quarto d’ora, 20 minuti al massimo, tornano nuovamente i carabinieri, che stavolta entrano direttamente all’interno del locale, con le persone che entravano una alla volta, e ci viene nuovamente protestato l’assembramento al di fuori del locale. Noi stavamo cercando di far rispettare tutte le norme imposte, avevamo installato gli igienizzanti, delimitato la giusta distanza tra le postazioni, sia ai tavoli sia al bancone, servendo tutti i drink in plastica per invogliare all’usa e getta dei bicchieri. Insomma, ci sentivamo in piena regola. Anche perché non pensavamo fosse di nostra competenza intervenire all’esterno del nostro locale, anche se, come detto, avevamo più volte tutti gli astanti a evitare gli assembramenti.

Invece vi hanno fatto un bel verbale che ha portato alla chiusura di In Vino Veritas per tre giorni. Come vi siete sentiti?

Sicuramente avviliti. Da parte nostra c’era la piena voglia di ripartire dopo una giusta chiusura dovuta a un problema di portata mondiale. Non siamo degli sprovveduti e sapevamo che c’erano delle regole da rispettare con attenzione e scrupolo, ed è esattamente quello che abbiamo fatto, mostrando spirito di collaborazione con i carabinieri. Un provvedimento del genere ti lascia una brutta sensazione. Noi non siamo contro questi provvedimenti, anzi. Vorremmo solo che ci aiutassimo tutti insieme per farli rispettare. Noi vogliamo aiutare le forze dell’ordine, ma anche loro aiutino noi. In Vino Veritas non occupa il suolo stradale con tavolini o altro, non capiamo in che modo l’area intorno al nostro locale debba essere una nostra responsabilità.

In questo senso, l’amministrazione cittadina potrebbe aiutarvi concedendovi di utilizzare il suolo pubblico circostante?

Se ci fosse data questa possibilità ne saremmo felici. Anche perché noi curiamo il decoro e la pulizia dell’area intorno al locale come fosse nostra. Sicuramente poter sfruttare il fuori un po’ di più, anche in funzione delle norme anti alcol sempre vigenti, ci darebbe una mano. A patto che ciò non diventi un altro motivo per cui rischiamo ancora la chiusura: noi gestiamo un locale, non l’ordine pubblico, quindi ci facessero capire esattamente quali sono le nostre funzioni e noi saremo solerti nell’adempierle.

Oggi, dopo questa seconda chiusura forzata, avete nuovamente riaperto. Come vi sentite?

Sinceramente un po’ di paura ce l’abbiamo. Proviamo a riaprire ma solo per poche ore e vediamo come va.

Intervenuto alla Camera, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte stamattina ha detto che non è ancora il tempo dei party e della movida. Voi che ne pensate?

Che se è così allora richiudesse tutto subito.

 

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