ANIMALI TIBERINI

 

Il ratto nero è stato importato involontariamente dall’Asia, tra navi di mercanti arabi o di Crociati europei

Se il topo bianco che ogni tanto esce dalla spazzatura può ancora far sorridere, non altrettanto si può dire del ratto nero, benché non arrivi ancora a spaventare quanto la sua cugina pantegana.

Inserito tra le cento specie invasive più dannose al mondo, il rattus rattus può arrivare a una lunghezza di 40cm (compresa la coda) e un peso di 300gr nei maschi. Robusto, squadrato, dal pelo nero nero, il muso glabro e con due zampe posteriori molto potenti, il ratto nero è prettamente erbivoro. Ama i cereali, creando grandi danni nei campi dove rilascia feci e urine e dove si rende veicolo di numerose malattie, tra cui la leptospirosi.

Arriva fino fino a 40 centimetri di lunghezza compresa la coda e a 300 grammi di peso, è tutto nero e le zampe posteriori sono molto potenti

Il ratto vive in colonie. Gruppi misti di ambedue i sessi all’interno del quale è presente una rigida gerarchia, che si traduce nel maggiore o minore accesso al cibo e alle femmine. In cima, c’è sicuramente il maschio dominante seguito da due o tre femmine, a loro volta dominanti su tutto il restante gruppo. Le femmine sono più aggressive e si spostano raramente dai confini del gruppo, in genere un centinaio di metri quadrati. In linea di massima, però, i ratti non sono attaccati al territorio e tendono a difendere in modo aggressivo soltanto le aree strategiche come le provviste di cibo.

I ratti neri costruiscono i nidi in alto, tra gli alberi o nelle soffitte, da cui il nome di “ratto dei tetti”

Comunicano a squittii, ma i comportamenti di dominanza si notano attraverso le posture dei corpi. Attivi a tutte le ore, subito dopo il tramonto è il loro momento preferito in cui andare a fare le scorribande in giro per la città. Generalmente, dormono in nidi costruiti in alto, tra le fronde degli alberi o nelle soffitte, da cui il nome comune “ratto dei tetti”.

Con ogni probabilità, il ratto nero è originario dell’Asia ed è stato importato dall’uomo involontariamente, tra mercanti arabi e crociati europei. Il ratto nero è stato il primo a sbarcare in Europa, si crede addirittura 6 secoli prima della pantegana. Il primo resiste molto bene ai climi tropicali o subtropicali, mentre la seconda sta meglio in climi temperati. Perciò, a Roma, ce li becchiamo allegramente tutti e due.

 

 

Di Saverio Cambiotti

Illustrato da Nicoletta Guerrieri

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