La liuteria di Trastevere | Mohssen Kasirossafar

Vicolo del Cedro, per via del suo passaggio stretto, delle case basse e dei panni stesi ai fili tra una palazzina e l’altra, è uno dei più fotografati di Trastevere. La biancheria sembra essere la cosa più fotografata in Italia: abbiamo un clima temperato, in pochi possiedono un’asciugatrice e al sole i panni profumano di luce.

Questa cosa pare crei molto stupore nei turisti con la testa all’insù che trovano altamente ispiranti dei calzini pinzati su un filo. Ma in vicolo del Cedro, altri modelli indiscussi delle foto sono i gatti del signor Mohssen Kasirossafar, che dormono beati davanti al negozio del loro padrone.

Come è giusto che sia, la vera storia si nasconde dentro questa piccola bottega, una delle poche rimaste nel Rione.

All’interno della liuteria, accatastati in un disordine metodico, si possono ammirare e comprare strumenti medioevali quali arpe, liuti, salteri e tamburi a calice che il signor Mohssen ha restaurato e riportato all’antico splendore, così come chitarre, mandolini e violini.

Kasirossafar, iraniano di origine ma trasteverino di adozione, è un musicista che ha collaborato anche con Ennio Morricone e possiede una spiccata vena creativa che sfoga, oltre che nel restauro, anche nella passione per il cinema e la fotografia. Ha aperto la sua bottega oltre vent’anni fa, quando questo era ancora un quartiere di artigiani.

Non nasconde la propria preoccupazione per il cambiamento che si respira nel Rione, che si sta arrendendo al turismo, rinunciando alla propria identità, e che potrebbe portare alla cessazione di attività come la sua per far posto all’ennesima panineria.

“Ho aperto il negozio nel 1994 – racconta Kasirossafar –. In quei tempi Trastevere era più bella di oggi. C’era un po’ più di delinquenza ma ci si regolava di più. Ora il rione è diventato un pub a cielo aperto. C’erano molti artigiani che purtroppo non ci sono più. Adesso siamo rimasti solo io e un falegname.

Questo provoca in me una grossa tristezza. Una volta gli artigiani di Trastevere si trovavano la mattina e andavano a fare colazione tutti insieme. Si scherzava, si facevano battute, si scambiavano racconti, esperienze e consigli. Oggi tutto questo non esiste più”.

Nonostante il carattere schivo, personalità come il signor Kasirossafar sono fondamentali non solo per la storia e per la tradizione della città, ma soprattutto per fare del proprio antico mestiere un’arte, per resistere alla morsa circostante in cui la speculazione e la cupidigia pare stiano prendendo il sopravvento.

“I giovani passano di qua, restano affascinati da questo luogo, ma non hanno nessun interesse nell’imparare questo mestiere – spiega –. Raramente qualcuno mi chiede ‘Come si fa a diventare liutaio? Mi può insegnare il mestiere?’. Nonostante l’età che ho, la mia passione per questo mestiere non cambierà mai di una virgola. D’altronde non so che altro potrei fare”.

 

Articolo tratto dal libro 111 luoghi di Trastevere che devi proprio scoprire di Giovanna Santirocco e Gianluigi Spinaci edito da Emons edizioni e dal podcast 111 luoghi di Trastevere realizzato da Emons Record.

Illustrato da Giuseppe Maggiore