della Professoressa Coredelatta

Siamo riusciti a portare nella nostra redazione la Professoressa Emerita Coredelatta, nostra vate melensa. Nota per il rione per la sua capacità di buttarla in caciara, si presterà a rispondere alle vostre burle affettuose, ai vostri mali dell’anima, ai vostri sospiranti problemi sentimentali, ai vostri cosiddetti “cazzi” insomma. Vi preghiamo di essere più spicci possibile, come sarà lei nelle risposte. I vostri lamenti saranno comunque accorciati per arrivare al succo del discorso.  Risponderà con dei modi di dire tipici di questa città, a volte, scarni di sensibilità.
Scrivete a ilventriloco@gmail.com o sulle nostra piattaforme social con oggetto “Coredelatta”.

 

Cara Professoressa, mio marito è diventato brutto. Ma brutto brutto. Le amiche mie dicono che è sempre stato brutto. Secondo me prima era bello. Mo no, mo è proprio brutto: ha perso tutti i capelli e due denti, ha i peli che gli escono dal naso e dalle orecchie, oltre alla pancia ha anche la gobba grassa e gli puzza l’alito.
In più, una volta a settimana, puntuale, vuole fare l’amore. A me non va: è proprio brutto.

La dissimulazione, mia cara, è la nostra arma. ‘Amo avuto talmente tanti cerchi alla testa e indisposizioni che dovevamo esse morte da ‘n pezzo. Ce sta pure il misterioso e filosofico “c’ho i pensieri”: un po’ vago, ma se recitato bene può allontanà pure il più tenace dei tori co’ un par de rovinose elucubrazioni mentali.
Me se proprio te devo dì la mia, ‘na cosa devi proprio fà: Cambià carzoni (provare un altro uomo)!

 

Da quando ho perso il lavoro non riesco più a fare sesso. Penso sempre ai soldi, a come pagare l’affitto, alle bollette, alla rata dell’auto. La sera con la mia compagna per quanto io ci provi: niente, non ci riesco. Non mi viene proprio. Lei mi dice che non c’è problema, ma la vedo come guarda quel panettiere al supermercato. Questo è un altro pensiero: più ci provo, più non ci riesco, più mi tormento perché non ci riesco. È tutto un circolo vizioso, che magari fosse vizioso a sto punto.

Triste storia la tua, stai senza lavoro, senza un centesimo e pure senza scopà. D’altronde se sa che Rogne e intrallazzo mettono gogna ar cazzo (non è possibile fare l’amore quando si è assillati dai pensieri e dalle complicazioni). Te potrei dì de rilassatte e de cercà de fà pace co’ l’appendice tua, ma la soluzione più semplice è trovatte un lavoro e torna a scallà il letto.

 

Cara dottoressa, Mi siedo tutti i giorni sulla panchina sotto casa a mangiare un gelatino subito dopo il lavoro e la vedo passare puntuale a passeggio col cane. È molto bella, una volta mi ha pure sorriso. Sto pensando a una strategia per non sembrare tanto impacciato. Non vorrei fare una brutta figura… hai suggerimenti?

A me l’immagine de un carciofo che se lecca er gelato mentre fissa una che passa me sa de guardone depravato. Invece de stà a fà ‘na strategia me sembra che stai a Mette l’acqua a mollo (fare una cosa assolutamente inutile). Come prima cosa te consiglio de smette de dì parole come “gelatino”, dopodiché potresti arimedià un cane, fingere che sia tuo e avvicinatte. Poi oh, mica so er Padreterno, lì te la giochi in solitaria.

Legenda:
 […]     testo mancante accorciato dalla redazione per mancanza di prosa altrui.
*@#   parolaccia troppo volgare

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