PIANTE SPONTANEE DI ROMA | Piantaggine

 

Il termine plantago deriva dal latino planta, che significa pianta del piede, allude alla caratteristica curvatura delle foglie e lo stesso termine lanceolata, si riferisce alla forma a punta di lancia delle stesse. Si tratta di una pianta comune e molto diffusa.
In gergo viene chiamata orecchie di lepre, lingua de can, tirafilo, sinque nervi.
In Italia oltre la Plantago lanceolata possiamo trovare la Plantago major, media, alpina e coronopus. Un modo di dire della tradizione popolare: “La via per la piantaggine è più vicina di quella per il medico”, sta proprio a significare che la pianta si trova ovunque e per tutto l’anno e che le sue proprietà officinali la rendono tale da essere considerata una farmacia a cielo aperto

Dove trovarla: cresce spontaneamente tra i marciapiedi e le aiuole e nei parchi di Roma.

Quando raccoglierla: le foglie giovani si raccolgono verso la fine dell’inverno mentre le infiorescenze in primavera ed estate.

In cucina: pianta commestibile utilizzata in cucina. Le foglie possono essere utilizzate sia crude che cotte, in insalata o ripassate in padella. Da provare il pesto di piantaggine. Le infiorescenze raccolte, quando sono ancora tenere, possono essere utilizzate al posto dei funghi, ad esempio preparando un risotto, in gergo veniva anche chiamata “ il fungo dei poveri”.

Proprietà: ricca di mucillagini, indicata per le irritazioni della pelle e bronchiti. Adatta per punture d’insetto e ferite perché ha proprietà emostatiche, emollienti e cicatrizzanti . Decongestiona le vie respiratorie e per questo viene molto utilizzata per la produzione di sciroppi per la tosse.

 

Di Arianna Salvi

Illustrato da Wuarky

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