Indizi di resistenza nel tessuto sociale trasteverino

 

A novembre 2019 sono finalmente iniziati i lavori di ristrutturazione del nuovo Cinema Troisi, ex Cinema Induno e Sala Troisi, chiuso ed inattivo dal lontano 2012. Sette anni, che diventeranno otto. Nel 2015 i ragazzi dell’Associazione Piccolo America hanno vinto attraverso bando l’assegnazione della sala per una sua rigenerazione e conseguente riattivazione. Manca ancora qualche mese, ma non tanto. Per fortuna.

I lavori sono iniziati e a breve Trastevere avrà indietro il suo bel cinema di via Induno. Il progetto ambizioso prevede una sola sala con trecento poltrone, un’aula studio con quaranta postazioni che resterà aperta 24 h su 24, ed un foyer bar proprio accanto all’ingresso. Il nuovo cinema Troisi non sarà soltanto un cinema, ma un’importante punto di aggregazione sociale, per piccoli e grandi, giovani e anziani.

Non è sul cinema, però, che mi voglio soffermare. A tal proposito potete leggere un qualsiasi giornale nazionale, e sicuramente lo avete già fatto ormai qualche mese fa. È invece l’aula studio che ha catturato la mia attenzione di trasteverino giovane ma non troppo. Quando andavo all’università, ma forse anche l’ultimo anno di superiori, avrei dato oro per avere un’aula studio a Trastevere, dove ritrovarmi con i miei colleghi, amici, dove studiare e confrontarsi, chiacchierare e analizzare insieme le nuove conoscenze che ci passavano sotto gli occhi.

Quante volte mi sono ritrovato dentro casa, a parlare col muro pur di inchiodare nella mia memoria qualche informazione utile, a me, e all’esame. Ma non c’era. Non c’era nulla. Bisognava andare in biblioteca, al centro storico, vicino alle università. E Trastevere, luogo che sgorga cultura ad ogni angolo, non aveva nulla del genere. O almeno nulla che si conoscesse.

I tempi sono cambiati, forse i ragazzi sono più intraprendenti, ed oggi, nel mondo dei social e dell’iper-comunicazione, oggi in cui notizie e conoscenze ci vengono sbattute in faccia ad una velocità disarmante, a Trastevere i luoghi di aggregazione per giovani studenti, persone che ricercano ed amano la riflessione, persone forse fuori dal tempo, crescono.

Non c’è solo l’aula studio del Cinema Troisi, infatti. In via della Penitenza, proprio accanto al Teatro Agorà, l’associazione Zalib e i Ragazzi di via della Gatta sta cercando, da oltre un anno, di rigenerare un luogo affidato al Municipio I, il Centro Giovani. Attività culturali di vario genere, di giorno e sera, affiancano un’aula studio e biblioteca aperta tutti i giorni, dove poter entrare liberamente, consultare libri e studiare i propri.

In una Trastevere che vede le proprie case svuotarsi in favore di un mercato turistico totalmente fuori controllo, che vede le proprie case a destinazione popolare essere svendute in probabile combutta con il fenomeno delle case vacanze, bisogna dire, e non solo per dovere di cronaca, che alcune persone si muovono in una direzione che ha a cuore la comunità. È il caso dei ragazzi del Cinema America, futuro Cinema Troisi, e dei ragazzi di Zalib, la libreria che ha dovuto chiudere al centro storico, ma che ha forse trovato una casa a Trastevere.

A Trastevere ci sono delle realtà che fanno resistenza. Contro l’individualismo sfrenato della nostra epoca, contro la mercificazione di case, luoghi e relazioni. Ci sono i ragazzi del Cinema America, quelli di Officina B5, di Zalib, del Teatro Argot, di Pìcaro Spazio Creativo e, perché no, del Ventriloco. Ci sono la Libreria Ottimo Massimo, il banco del pesce di Mimmo, la libreria Griot e l’associazione Trastevere Attiva, per citare solo alcuni di quei trasteverini che operano ormai da anni, ognuno nel proprio stile, per rendere il loro quartiere abitabile e condivisibile.

Non siamo nemmeno vicini ad una guerra contro il consumismo e il capitalismo individualista e sfrenato, per carità. Anzi, ne siamo ancora totalmente avvolti, vittime e complici allo stesso tempo. La resistenza, quella vera, è un’altra cosa. Almeno però, anche a Trastevere, c’è qualcuno che dimostra ogni giorno che il suo spirito tende verso un’altra direzione.

 

Di Saverio Cambiotti

Illustrazione di Federico Russo

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