Quando lo sport, la musica e i giochi di strada univano la popolazione trasteverina

 

Abbiamo studiato che il 20 settembre 1870 i primi soldati dell’esercito italiano che entrarono a Roma furono i fanti piumati del primo Regimento del Corpo speciale, i quali cantavano una canzone divenuta popolare che faceva “… e la presa di Porta Pia l’hanno vinta i bersaglieri!”.

Furono acquartierati nell’area annessa al convento di San Francesco a Ripa, prima sequestrata e subito dopo incorporata nel demanio militare, secondo i termini della legge delle guarentigie che costò, fra l’altro, la scomunica a Vittorio Emanuele II. Nacque così la Caserma La Marmora a Trastevere, precisamente in via Anicia.

Nei primi anni dopo l’insediamento, i soldati vennero visti dai trasteverini con due diversi stati d’animo: i cattolici li consideravano usurpatori, occupanti illegittimi e senza fede; i laici li guardavano con distacco, come fossero corpi estranei.

Ma la musica cambiò ben presto, per merito soprattutto dei comandanti e degli ufficiali del Reggimento che si adoperarono per favorire la convivenza delle truppe con la popolazione.

Lo strumento più incisivo fu senza dubbio la fanfara: ogni pomeriggio le strade del nostro rione furono allietate dalle vivaci marcette della banda, suonate a passo di corsa dai militari piumati. Ogni manifestazione, ricorrenza o celebrazione, civile o religiosa che fosse, vedeva la presenza della fanfara dei bersaglieri, che i trasteverini cominciarono a sentire come una “cosa loro”.

Contemporaneamente, i nostri nonni e bisnonni furono chiamati a partecipare e gareggiare alle attività sportive dai bersaglieri all’interno della caserma e lungo le strade del rione, con gli atletici militari che correvano e si allenavano insieme ai nostri dilettanti, con il risultato che tuttavia non era sempre scontato come si potrebbe pensare.

Le cronache rionali del tempo, infatti, registravano la presenza di un pischello, si chiamava Valentino, che spesso faceva mangiare la polvere ai superdotati militari.

Nel frattempo si sviluppavano le frequentazioni e i rapporti interpersonali: le famiglie trasteverine aprivano le loro case ai giovani piumati che non disdegnavano affatto la compagnia delle ciumachelle.

Sbocciavano così i primi amori che sovente si tramutavano in matrimoni.

Dal progressivo inserimento nel tessuto rionale da parte dei bersaglieri trovò giovamento anche l’economia trasteverina: i consumi aumentarono e i commercianti ne ebbero un significativo vantaggio.

Un esempio su tutti fu quello di via San Francesco a Ripa dove aprì un negozio di vendita d’abbigliamento e forniture militari; successivamente, nella seconda parte degli anni Quaranta ampliò i suoi articoli con le divise degli scout, in particolare di quelli del glorioso Repatro Roma 77 presso la parrocchia di San Francesco.

Il proprietario, Marcelli, trasteverino, aveva il pallino del cinema e come apprezzato attore comprimario comico lavorò nei cast delle prime commedie all’italiana.

Adesso la caserma La Marmora non ospita più i fanti piumati, ma solamente l’Associazione nazionale dei bersaglieri in congedo; ogni luglio, alla solenne processione in onore della Madonna del Carmine per la Festa de Noantri, non manca mai la Fanfara, festeggiata e applaudita da tutto il popolo trasteverino.

 

Di Spinacetto

Illustrato da Fabio Malpelo