Dopo l’attacco del duo Guerrini-Bergamo nel 2018 e le aggressioni fascistoidi l’estate scorsa, un nuovo scontro, questa volta tutto di stampo cinematografico, si abbatte sull’iniziativa dei Ragazzi del Cinema America nella piazza trasteverina

Non c’è due senza tre. Nel 2018 ci fu il duo Gemma Guerrini – Luca Bergamo, con la consigliera comunale 5 Stelle che aveva definito “feticismo la reiterata proiezione di vecchi film” e con il vicesindaco intenzionato a inserire piazza San Cosimato nel bando per l’Estate Romana.

L’estate seguente, quella scorsa, fu segnata dalle violente aggressioni fascistoidi ai danni di alcuni ragazzi colpevoli di indossare la maglietta rossa con il logo dell’associazione, che scatenarono l’indignazione dell’opinione pubblica nazionale e non solo.

Quest’anno, invece, l’immancabile scontro sull’iniziativa del Cinema in Piazza si è spostato su un altro piano, prettamente cinematografico.

“Cari amici, siamo sotto ricatto. Scriviamo questo appello per chiedere aiuto a ciascuno di voi”. Inizia così il lungo e duro comunicato pubblicato il 9 giugno 2020 dall’associazione de I Ragazzi del Cinema America sui loro canali social.

Stavolta l’attacco, secondo la tesi dell’associazione, arriva direttamente dall’Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali (di cui si chiama apertamente in causa il presidente, nella persona dell’ex sindaco di Roma ed ex Ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli) e dell’Associazione Nazionale Esercenti Cinema, accusate di voler impedire lo svolgimento della rassegna estiva costringendo i “Ragazzi” a rendere l’evento, da sempre gratuito, a pagamento.

Il motivo lo spiegano nel post pubblicato sulla pagina Facebook dell’associazione: “Di oltre 140 film richiesti alle case di distribuzione per programmare le rassegne a San Cosimato, Ostia e Cervelletta, abbiamo ricevuto più di 120 risposte negative. Non ci autorizzano nemmeno i film di proprietà RAI di autori italiani! Tutti ‘no’ ad offerte economiche pari o più alte rispetto all’usuale valore di mercato per la proiezione di quelle opere con proiettori DCI. Siamo senza film, costretti a chiedere il vostro aiuto per combattere questa battaglia”.

All’accusa di compiere “concorrenza sleale” nei confronti delle sale cinematografiche l’associazione ribatte così: “Abbiamo sempre esclusivamente proiettato film che hanno concluso il loro periodo di sfruttamento commerciale in sala: davvero volete farci credere che ‘Una giornata particolare’ metta in crisi ‘Avengers’ al botteghino?”.

L’iniziativa, che dovrebbe svolgersi dal 3 luglio al 30 agosto (a questo punto il condizionale è d’obbligo), sarebbe dovuta essere come sempre a titolo gratuito, ma solo, come scrivono i Ragazzi nel comunicato, “per chi ne fruisce, ma non per l’industria cinematografica, perché ogni estate paghiamo tra i 55.000 e gli 80.000 euro di compensi ai distributori per le proiezioni”.

Un altro punto toccato nel post riguarda la ricezione di fondi pubblici per l’organizzazione dell’evento che, dichiara l’associazione, ha un costo complessivo di 600mila euro a stagione, di cui la metà proveniente proprio da sovvenzioni statali, mentre la restante metà dagli incassi del bar, dalle donazioni per il merchandising e da sponsorizzazioni private, che raccolgono partner di alto profilo accanto a piccoli operatori commerciali di Trastevere.

In particolare, viene respinta l’accusa di un mancato uso trasparente dei finanziamenti pubblici, replicando che “anche chi ci accusa li percepisce, con la differenza che ad essi aggiunge i guadagni dei biglietti”.

Non si è fatta attendere la replica dell’ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali): “Un comunicato firmato ‘I ragazzi del Cinema America’ sta diffondendo fake news gravissime, anche riportando cifre di fantasia che, se non smentite, porteranno a conseguenze molto serie. L’ANICA ha sempre guardato con simpatia all’esperienza in piazza San Cosimato, tanto da invitare Carocci (il presidente dell’associazione Piccolo America, n.d.r.) alla Conferenza sul rinnovamento delle sale cinematografiche ed esprimere amicizia e sostegno a questo progetto”.

All’ANICA ha risposto direttamente Valerio Carocci, che ha diffuso parte della documentazione che riguarda gli interventi, compiuti dalla stessa ANICA, al fine di bloccare le concessioni dei film alle arene gratuite già nel 2018 e nel 2019: “Dichiarino pubblicamente di essere favorevoli alle concessioni dei film per le arene gratuite in tutta Italia, fatta eccezione per i film della stagione corrente”.

E come in ogni botta e risposta che si rispetti, è arrivata la controreplica di ANICA: “Abbiamo preso visione della caotica e sconclusionata diffusione di vecchie email prive di intestazione, delle disinformazioni e dei resoconti di incontri avvenuti due anni fa che nulla hanno a che vedere con il contesto attuale da parte del presidente del ‘Piccolo America’”.

Secondo questi ultimi, per l’anno 2020 non sono mai state fatte richieste di incontri, confronti né vi sono stati conseguenti dinieghi: “È un’irresponsabile e incomprensibile campagna di diffamazione in questo momento drammatico per il Cinema italiano. Ci stiamo impegnando per comprenderne le autentiche ragioni”.

Lo scontro, quindi, sembra totale e senza esclusione di colpi. Personalmente non conosciamo a sufficienza la materia per indicare chi tra le parti in causa abbia la ragione dalla sua parte (nel caso ce ne sia solo una). Quello che pensiamo è che in un momento come questo, in cui le occasioni di socialità sono sempre più ridotte all’osso e spesso mal viste, privare il rione di un’iniziativa diventata negli anni un appuntamento fisso dell’estate sia quanto mai dannoso per la comunità trasteverina e non solo.

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