Di A. S. (Spinacetto per i vecchi amici di Trastevere)

Gli studenti di giurisprudenza, nel preparare l’esame di diritto costituzionale, scoprono che i padri costituenti, negli anni 1946-47 nel formulare i principi fondamentali della nostra Carta Costituzionale (i primi 12 articoli immodificabili) si sono palesemente ispirati ai dettami della Costituzione della Repubblica Romana; a cento anni di distanza nessun maggiore riconoscimento poteva essere tributato a quanto solennemente votato dal parlamento costituente in Campidoglio!

A tutt’oggi gli abitanti di Trastevere e i tantissimi visitatori percorrono decine di strade e piazze del rione intitolate, soprattutto nella zona alle pendici del Gianicolo, ai personaggi apicali ed agli strenui difensori e martiri della Repubblica romana. La celebrazione toponomastica parte da via Roma Libera e Viale Glorioso! Con l’aiuto del bellissimo e dotto volume di David I. Kertzer, edito di recente da Garzanti, citerò alcuni di essi: Carlo Armellini e Aurelio Saffi, che con Mazzini furono triunviri del governo repubblicano; il medico Pietro Sterbini, esponente della fazione più radicale e antipapista, Giuseppe Avezzana comandante dell’esercito. Con loro, decine e decine di patrioti, eroi e martiri, accorsi da tutta Italia in difesa della Repubblica romana. Cito il varesino Enrico Dandolo (al civico 24 sono nato), il bolognese monaco barnabita Ugo Bassi (al numero 40 ci sono cresciuto), il milanese Luciano Manara, il ventiduenne genovese Goffredo Mameli, poeta autore dei versi del nostro inno nazionale: tutte vittime dell’artiglieria dell’esercito francese, sceso in campo in soccorso della restaurazione del “Papa re”.

In uno dei viali del Gianicolo, poco distante dal piazzale Garibaldi, fa bella mostra la statua di Angelo Brunetti, “Ciceruacchio”, l’anima nobile del popolo romano, immolatosi in difesa della repubblica.

Da ultimo, forse primo per l’emotività del ricordo, un piccolo sentiero nei giardini che costeggiano Via Aurelio Saffi, alle pendici del Gianicolo sotto le mura Aureliane: la Salita di Righetto, in memoria di un ragazzetto, quasi un bambino colpito a morte mentre svolgeva le funzioni di porta ordini.

Concludo questo mio confuso intervento con un fuori tema. In Trastevere esiste una bella Piazza tra via della Lungaretta e via della Renella, a due passi dal Lungotevere Sanzio, intitolata a Giuditta Tavani Arquati, una giovane e prolifera trasteverina. Nel 1867, a diciotto anni dal 1849, Giuditta, mentre affacciata alle finestre di casa manifestava i sentimenti per Roma prossima capitale dell’Italia unita, forse sbandierando il tricolore italiano, fu colpita a morte insieme a tre suoi figli dai colpi di fucile di un manipolo di zuavi dell’esercito papalino.

Erano gli stessi ideali della breve ma nobile Repubblica romana.

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