Avete già sistemato e pulito ogni angolo di casa almeno dieci volte?

Avete sostituito tutte le lampadine fulminate e riparato gli attrezzi da cucina rotti che comunque non avevate mai usato?

Avete dato libero sfogo alle vostre nascoste passioni culinarie e botaniche preparando tre teglie di pasta al forno al giorno e piantando cinque baobab sul balcone?

Vi sentite pieni di acido lattico dopo aver adempiuto ripetutamente agli obblighi coniugali che da un po’ non rispettavate?

Bene, allora, se siete trasteverini, o comunque avete il rione più bello del mondo nel cuore, dopo aver lasciato una donazione all’Ospedale Spallanzani (a questo link https://www.inmi.it/donare), potete trovare in questo articolo alcune cose da fare, leggere, vedere e ascoltare per trascorrere queste lunghe giornate di quarantena, tutte a tema “Trastevere”.

In attesa di ritrovarci tutti insieme, come e più di prima, nelle vie, nei vicoli e nelle piazze del rione.

 

FILM SU TRASTEVERE 

– Trastevere (1971), regia di Fausto Tozzi. Con con Nino Manfredi, Leopoldo Trieste, Rosanna Schiaffino, Vittorio De Sica.

Mao è una cagnetta di bulldog francese smarrita dal baritono Enrico Formichi, che tenta invano di denunciarne la scomparsa alla polizia. La bestiola, rimasta quindi senza padrone, viene raccolta dai più svariati personaggi di Trastevere.

– Barricata San Calisto (2002), regia di Ivano De Matteo.

Storia di un’isola nascosta nella città, uomini in via d’estinzione, ricordi di epoche che, come sempre, restano impressi nella memoria dei più vecchi: il bar San Calisto.

– Pranzo di Ferragosto (2008), regia di Gianni Di Gregorio. Con Gianni Di Gregorio, Valeria de Franciscis, Marina Cacciotti, Maria Cali, Grazia Cesarini

Gianni, un uomo di mezz’età, vive con sua madre, nobildonna decaduta, in una vecchia casa a Trastevere. Tiranneggiato dalla madre, trascorre le giornate fra le faccende domestiche e l’osteria.

 

– Nell’anno del Signore (1969), regia di Luigi Magni. Con Nino Manfredi, Claudia Cardinale, Enrico Maria Salerno, Britt Ekland, Robert Hossein.

Nella Roma papalina due carbonari vengono catturati dai gendarmi. Un gruppo di popolani cerca di salvarli, ma inutilmente. È il primo della trilogia proseguita con In nome del Papa Re (1977) e In nome del popolo sovrano (1990); film nei quali ricorre il tema del rapporto tra il popolo e l’aristocrazia romana con il potere pontificio, tra gli sconvolgimenti accaduti nel periodo risorgimentale.

CANZONI

– Lando Fiorini – Ciumachella de Trastevere

– Cor Veleno – Trastevere

 

– Gabriella Ferri – Casetta de Trastevere

VIDEO

– Festa de Noantri 2019 – Il Ventriloco

 Giorno 1 – La gran parata del Banditore

 Giorno 2 – Corsa dei camerieri, Olimpiadi de Noantri, Tango 109

Giorno 3 – Concertone de Noantri – FUNKALLISTO, PONENTINO TRIO, STREET JAZZ DREAMS

– A Viky

La sera del 9 febbraio 2018 è stato proiettato in Piazza San Calisto questo omaggio di Aurora Bincoletto e Micol Meghnagi a Luigi Marchetti, il Vichingo di Trastevere.

LIBRI SU TRASTEVERE | LIBRI SU ROMA

Transtiberim. Trastevere, il mondo dell’oltretomba di Giuseppe Lorin.

Giuseppe Lorin in questo saggio storico ha voluto raccogliere quante più informazioni su questa parte della città eterna. Gli studi presentati all’interno del volume variano dallo storico dell’arte all’architettonico al curioso e al frivolo. Con minuzia etimologica l’autore sviscera ogni vicolo, targa e leggenda del quartiere. Un libro, senza dubbio, capace di stupire anche il trasteverino più colto e necessario per chi si affaccia nel quartiere per la prima volta.

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Favole e leggende romanesche di Giggi Zanazzo.

Giggi Zanazzo, uno dei padri della Romanistica, nonché eccelso studioso degli usi e dei costumi romani, nel 1906 decise, a nostra fortuna, di raccogliere tutte quelle fiabe tramandate solo oralmente che i bambini dell’800 e 900 sentivano raccontarsi dagli adulti. Il risultato è una raccolta di favole scritte in perfetto romanesco di cui noi ci gustiamo solo grazie all’intuizione dell’autore. Senza di lui, la storia del “re matto” o quella “der gallo e der cecio” probabilmente sarebbero, ad oggi, andate perdute.

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Usi, costumi e pregiudizi del popolo di Roma di Giggi Zanazzo.

Altra raccolta di Giggi Zanazzo che con la sua grande disposizione verso la conservazione del dialetto romanesco, essendone uno dei padri fondatori nonché studioso, decise di raccogliere tutte quelle dicerie che circolavano per strada. Ed è in questa raccolta che si respira l’aria che si respirava all’inizio del secolo scorso tra questi vicoli. In questo libro, fondamentale a mio giudizio nella libraria di ogni buon trasteverino, o romano, si possono trovare rimedi contro il mal di testa, o il mal d’amore, incantesimi, antimalocchi, come si preparavano i trasteverini per le feste, cosa si diceva in giro di quelli dei castelli, i modi di dire, le loro abitudini. Insomma, una carrellata di storia e tradizione, divertente e appartenente ai nostri avi.

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Eating in Trastevere-Mangiando a Trastevere di Paolo Brogi.

Paolo Brogi, scrittore e giornalista che vive a Trastevere, raccoglie in questo volume una storia ed un ricetta per alcuni dei migliori ristoranti di Trastevere. Ed è così che ogni ristorante da lui scelto ha una ricetta ed infarinatura sulla struttura o su chi ci lavora, alcuni discendente da generazioni di ristoratori. Scritto in due lingue (inglese ed italiano) si passa dagli antipasti ai primi ai secondi e ai dolci. Questo libro è al contempo un ricettario di quartiere ed una guida ai ristoranti, con tanto di mappa finale. Utile per chi si diletta ai fornelli o per il turista che passando per questa parte della città vuole ricordare i posti dove si è riempito la pancia.

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Né in cielo né in terra di Paolo Morelli.

Paolo Morelli, scrittore versatile dinamico e eclettico, ambienta questo suo romanzo proprio nel quartiere di Trastevere. Un libro che si ispira al Film Fantasmi a Roma di Castellani del 1961. Un ghostwriter ripercorre i suoi ricordi di quartiere, con i suoi amici, alcuni presenti altri no. Un libro che parla di ricordi, di sogni, di aneddoti di un quartiere visto dal di dentro. I palazzi, i vicoli, le voci e le testimonianze di quartiere sono i protagonisti indiscussi di questa pagine. Le realtà di vita che si nascondono dietro le abitudini quotidiane dei protagonisti persino dietro la loro nostalgia fanno da contorno. Un libro fondamentale per chi non si accontenta di conoscere il quartiere superficialmente, una storia semplice ma coinvolgente
scritta da una penna cresciuta tra i confini di questo rione.

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GIOCHI DA FARE A CASA

 – La morra

Giocatori: 2

Strumenti: questo gioco necessita solo delle mani dei giocatori.

Regole: i giocatori devono indovinare la somma delle dita mostrate da loro stessi, usando una sola mano. Di solito fanno oscillare il braccio due volte ed alla terza lo stendono indicando il numero con le dita.

Punteggio: si guadagna un punto ogni volta che si indovina la somma.

Scopo: raggiungere per primo il punteggio deciso in partenza.

Storia: l’origine di questo gioco si perde nella notte dei tempi, ma è comunque provato che gli antichi romani fossero tra i primi a praticare l’arte del micare digitis (vibrare con le dita). Furono, infatti, proprio gli oziosi soldati di stanza nella capitale dell’Impero a diffondere il gioco della morra durante i tediosi periodi di inoperosità, all’interno dei posti di guardia e delle caserme. Presto, le regole della morra, uscite dall’ambito militare e invaso piazze, strade e taberne, si propagarono in tutta la città, al punto che il console Roscio, nel tentativo di arginare la tumultuosa divulgazione del gioco fu costretto a emanare la famosa lex Roscia (legge Roscia), la quale prevedeva addirittura l‘esilio per i più incalliti estimatori della morra.

Da L’Aducazzione di Gioacchino Belli, 14 settembre 1830:

… Quanno ggiuchi un bocale a mmora, o a boccia,
Bbevi fijjo; e a sta ggente bbuggiarone
Nu ggnene fà rrestà mmanco una goccia…

 

La Passatella

Giocatori: per attuare il gioco bisogna essere in minimo 4 persone fino ad un massimo di venti. I partecipanti devono essere naturalmente maggiorenni se il gioco viene effettuato con l’uso di bevande alcoliche.

Strumenti: la Passatella non è un vero e proprio gioco ma una forma di intrattenimento durante le serate al bar o all’osteria. Non è quindi necessario usare particolari strumenti di gioco eccezione fatta per un bicchiere di vino o liquore che si deve cercare di non far bere.

Regole: i partecipanti scelgono tramite conta un giocatore detto “conta” per antonomasia, il quale deve scegliere a sua volta i regnanti e un sottopadrone. Questi a loro libera scelta, distribuiscono il vino acquistato collettivamente (o le bevande che si vuole) e stimolandolo, ironizzando, intimando, tergiversando, fanno in modo che qualche vittima minore si ubriachi, mentre una vittima maggiore resti senza bere. Può essere infatti concessa la bevuta libera, illimitata (quanto vino si vuole) oppure la bevuta legata (un bicchiere o un sorso).Sono state tramandate regole complesse per questo rituale cospiratorio o commedia dell’arte sadica-stracciona, che spesso sfociava in violenze sanguinose con uso di armi da taglio ed esiti spesso fatali.

Scopo: lo scopo di questo passatempo d’osteria è di umiliare una persona caduta in disgrazia o lo zimbello del gruppo, che viene appunto “fatto Ormo”.

Storia: la passatella è un gioco da osteria che ha le sue origini nella Roma antica (ne parlano Catone ed Orazio), e divenne parte della tradizione romanesca nella Roma dei Papi. Si racconta che Sisto V, preoccupato dalle risse che il gioco provocava, provò la passatella con alcuni dei suoi cardinali ed accadde che il pontefice si trovò ripetutamente “fatto Ormo” al punto da scagliarsi contro i suoi stessi cardinali che gli impedivano di bere. Solo grazie al pronto intervento di alcuni servitori si evitò che questa “prova” finisse in maniera poco consona al rango di tali giocatori. Nel gergo romano della prima metà del Novecento, (vedasi la narrativa di Pasolini) ormo stava ad indicare una vittima ingenua di un raggiro o qualcuno cui andavano deluse le proprie speranze di un successo, per esempio con una donna.