Pochi giorni dopo l’annuncio della prematura scomparsa del grande pugile Marvelous Marvin Hagler, sulla quale la moglie ha chiesto e ottenuto un rispettoso riserbo, ricevo una chiamata da Andrea Cori: “Gianni, Fabrizio del Bar Calisto è rimasto molto scosso dalla morte del suo idolo e vorrebbe raccontare la storia dell’immagine del campione che ha appesa nel bar, sei d’accordo?”.
“Andre’ , pochi giorni fa stavo proprio osservando che le nostre foto prodotte alla Giulio Romano non sono infinite e che dovremo abituare i lettori a un cambiamento di rotta; anche se ne avremo ancora per qualche numero possiamo inserire benissimo questo intermezzo parlando della visita di Hagler a Trastevere, era un pugile incredibile”.
Siamo in zona arancione, vaccinato e “richiamato” in quanto sanitario, saluto Fabrizio Toto fuori dal bar e ci appartiamo per l’intervista, rispettando le distanze di sicurezza.
“Mi racconti la storia di questa foto?”
“Ritrae Marvellous Marvin Hagler subito dopo il match per il titolo mondiale dei pesi medi, vinto ai punti contro Roberto ‘mani di pietra’ Duran il 10 novembre 1983. L’ha raccolta Aurora Marsili per portarla al figlio ‘mezzano’ Claudio, era strappata in un cestino nella sede del quotidiano ‘Il Tempo’.
A quei tempi conoscevo molto bene Angelino ‘Raspone’ Venditti, un appassionato di fotografia che sviluppava a casa in camera oscura, aveva un ingranditore alto così, e per questo amavo definirlo ‘fotografo dilettante ma non troppo’.
Gli affidai i pezzetti della foto e lui, con santa pazienza, fece un restauro con i fiocchi consegnandomi una foto che appesi qui nella saletta. Fu un grande errore, perché qualche tempo dopo mi fu rubata, avrei dovuto appenderla nella sala principale dov’è ora, e sarebbe rimasta sotto controllo. Angelino aveva fatto un negativo e riuscì a farmene un’altra.
La tenni conservata in un tubo sperando e pensando: ‘Prima o poi quarcuno passerà…’
Ho visto tutti i suoi incontri, 67 combattimenti di cui 62 vinti (52 per Ko) tranne l’ultimo, quello storico del 6 aprile del 1987: un cliente mi aveva spoilerato il risultato e io, per rabbia, ho rifiutato di assistere alla sconfitta contro Sugar Ray Leonard, che a tutt’oggi ancora mi ‘puzza di bruciato’. Il Meraviglioso rifiutò sia il risultato, deluso da un certo tipo di politica che governava lo sport, sia i successivi match spettacolo con cachet da capogiro, ritirandosi definitivamente: era uno sportivo puro, di quelli che riuscivano sempre a mantenere il peso forma… lo adoravo.
Ritiratosi dal pugilato, nel 1989 girò il film Indio, con produzione italiana. Un giorno i camerieri di Sabatini mi allertarono: Marvelous e la troupe del film sarebbero stati a cena lì. Pensai che Dio esiste!
Quella sera del 1990 mi presentai al ristorante con la foto consegnandola al cameriere per farla autografare, nonostante avessi già 26 anni ero timido, riservato… pensa che nun riuscivo manco a chiede un autografo a Bruno Giordano che conoscevo bene; insomma lui ebbe un moto di stupore, perché nessuno durante il tour europeo gli aveva chiesto un autografo su una foto così bella, lo guardavo da lontano: irraggiungibile.
Mi scrisse: ‘A Fabrizio KEEP punching in life. Champion, Actor, Amico, WE DID IT! Marvelous Marvin Hagler, 1990’”.
Fabrizio continua a tirar pugni nella vita, e, riferendosi alla vittoria contro Duran, e penso a tutta la sua Meravigliosa carriera, lo abbiamo fatto!
Quando il 13 marzo di quest’anno la Signora Kay annunciò la morte del Meraviglioso, mi sembrava impossibile, lo consideravo immortale, e, probabilmente lo rimarrà per molte generazioni a venire.
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