Il Banditore di Piazza S.Cosimato fu una bella storia nata dall’incontro di Teatro Argot, Officina B5 e l’allora attivissimo TeatroDeMerode.

L’idea era quella di mettere al servizio della piazza (S.Cosimato, nello specifico, ma piazza in senso lato, come luogo d’incontro con l’altro, socialità, arricchimento..) gli strumenti creativi e giocosi del teatro di strada, coniugandoli con un pizzico di storia e un buon lavoro di rete nel quartiere.

La figura del banditore, per come era stata da noi immaginata, voleva rappresentare una sorta di megafono degli umori rionali: in alcuni locali, teatri e librerie di trastevere, avevamo, infatti, posizionato delle splendide cassettine in legno realizzate nei laboratori dell’Officina b5.

Accanto a ciascuna cassettina venivano lasciati dei volantini con sopra riportati: il “regolamento del banditore”, uno spazio per scrivere il proprio messaggio (che sarebbe poi stato letto senza censure a tutta la piazza) e l’appuntamento settimanale per la bandita pubblica (il sabato mattina).

I banditori erano artisti di strada o attori (provenienti dal collettivo del TeatroDeMerode o dal Teatro Argot) che arricchivano la bandita con le proprie tecniche (improvvisazione, canto, musica dal vivo, prosa, giocoleria…) rendendola gradevole e simile ad uno spettacolo di strada; spettacolo la cui ossatura centrale era, però, la voce di tutti coloro che avevano deciso di lasciare un messaggio nelle cassettine durante la settimana.

Del banditore restano (oltre ai ricordi delle persone) tutti i messaggi, coscienziosamente raccolti in una scatola al Teatro Argot, le casettine, che riposano anche esse nel magazzino, qualche articolo online ed un nodo fermo in rete. Sono tanti i siti fermi a dieci, quindici anni fa, nella rete. Pagine che hanno rappresentato uno strumento di scambio, di incontro. Un veicolo di informazioni necessario alla costruzione di esperienze concrete nella città o nel mondo.

Qualche scrittore intelligente ed acuto dovrebbe scrivere, un giorno, una storia della nostra generazione attraverso i nodi fermi in rete: pagine di collettivi, TAZ, rave, siti di controinformazione, festival indipendenti, mostre estemporanee, esperienze situazioniste, occupazioni…

Il nostro nodo fermo in rete è una pagina FB: c’è su qualche foto, un paio di video, qualche appuntamento. E’ inutile che gli chiediate l’amicizia perché non sappiamo più né chi detenga né quali siano le password.

Oggi però, i ragazzi della rivista di Trastevere, Il Ventriloco, hanno deciso di riprendere in mano questa bella abitudine ed unendosi al Duo Chien Barbu Mal Rasé, al Teatro Argot, a Pícaro Spazio Creativo e all’Officina B5 cercheranno di dare una vita parallela a quello che sembra non essere più un nodo fermo.

Ci si vede in Piazza!