Intervista a Damiano Avellino, fondatore di Fair BnB

 

Raccontaci di te e di Fair Bnb

Qualche anno fa ho fondato Fair Bnb e, più in generale, mi occupo di studiare e cercare modelli alternativi a quello che viene chiamato Capitalismo di Piattaforma. Più che in ogni altra epoca questo paradigma, caratterizzato da infrastrutture digitali che connettono utenti che si scambiano servizi e prodotti piuttosto che da aziende che li producono, ha cambiato il nostro modo di comunicare, lavorare, viaggiare e così via.

L’economia di piattaforma nel giro di 10 anni ha visto il consolidarsi di un oligopolio di piattaforme (google, facebook, apple, airbnb, etc.) che competono per la nostra attenzione e i nostri dati.

Queste piattaforme hanno acquisito una pervasività nelle nostre vite e nell’economia senza precedenti cambiando il nostro modo di acquistare, lavorare e viaggiare generando dei problemi che superano la dimensione digitale toccando sia la sfera personale (come pensiamo, quanto ci concentriamo, come comunichiamo) così come quella collettiva (invadendo e trasformando lo spazio pubblico, i servizi e così via).

 

Il progetto di Fair bnb nasce quindi in questo contesto, per cercare di creare un modello alternativo alle piattaforme turistiche che possa funzionare per i viaggiatori e gli host così come per i cittadini cercando di superare alcune delle contraddizioni del modello turistico.

Fairbnb.coop è una piattaforma cooperativa che permette di affittare stanze e appartamenti in maniera semplice supportando allo stesso tempo le comunità in cui si viaggia.

La piattaforma da una parte redistribuisce metà delle commissioni trattenute (15% come le altre piattaforme) a progetti sociali nella città, dall’altra cerca di limitare quelli che sono le storture del modello di affitti extra-alberghieri limitando l’ingresso ai megahost tramite la regola “One host, One home”.

 

 

Cosa non funziona nell’attuale sistema degli alloggi turistici?

Una idea bella, quella di permettere a chiunque di affittare una stanza libera o la propria casa quando si è in vacanza, si è trasformata in uno strumento che sfrutta dei vuoti normativi e che ha portato proprietari di interi patrimoni immobiliari a riversare centinaia di appartamenti su piattaforme di affitto a breve termine a discapito degli affitti residenziali.

Gli estremi raggiunti dal sistema attuale stanno portando in molti luoghi a un aumento dei costi di affitto per i residenti creando una sorta di “competizione” tra turisti e residenti che purtroppo vede le famiglie più deboli dover subire maggiormente.

In generale comunque il problema della casa è multifattoriale e non si può troppo semplificare.

La cosa da tener presente è che negli ultimi 40 anni a livello mondiale il turismo è aumentato di circa 7 volte: il fenomeno delle piattaforme ha però accelerato ancora di più i processi di turistificazione e gentrificazione della città mostrando una fragilità di sistema così come un vuoto della politica nel saper immaginare la città a misura del cittadino.

La vera stortura del modello è legata a chi popola queste piattaforme: il modello di “home sharing” è ormai solo un ricordo (quindi con una stanza o una sola casa), la maggior parte degli alloggi appartengono a mega-host con anche decine o centinaia di appartamenti. A Roma si aggiunge anche l’enorme problema degli alloggi sfitti che sono circa 200 mila e della carenza strutturale di alloggi sociali.

 

Quali ripercussioni ha sui territori il sistema attuale e come Fair Bnb si propone di risolverli?

Anni di politiche che hanno messo al primo posto l’espansione del turismo mordi e fuggi a discapito dei cittadini ha reso invivibili molte città europee (da Venezia a Barcellona). Le ripercussioni sono molteplici oltre alla perdita di identità, alla mercificazione folklore, alla chiusura dei piccoli negozi di quartiere, c’è soprattutto chi è costretto a doversi spostare abbandonando quartieri dove magari ha abitato per tutta la vita.

 

Fair bnb cerca di mostrare come un’alternativa sia possibile, di aiutare a finanziare un’economia solidale e cooperativa grazie al turismo cercando di limitare le esternalità negative del turismo.

Credo però sia importante sottolineare come il problema della turistificazione non si risolva semplicemente con un’altra piattaforma, che può mostrare alternative ma che non risolve le contraddizioni del sistema: è necessario chiedere la regolamentare delle grandi piattaforme, politiche abitative diverse, supporto per iniziative virtuose e così via.

 

 

Dove Fair Bnb ha attecchito e dove no?

Fairbnb è un progetto nato da diversi gruppi (a Bologna, Amsterdam, Venezia, etc) ed è cresciuto come un progetto collettivo, per ora siamo attivi in alcune città pilota in Europa. In tanti paesi si stanno formando varie comunità con cui cerchiamo di costruire dei percorsi capaci di adattare il modello Fairbnb ai diversi contesti territoriali.

La speranza è che Fair bnb possa diventare non solo una piattaforma per viaggiare eticamente ma anche uno strumento di collaborazione per ripensare collettivamente il rapporto tra tecnologia e città, tra turismo e residenzialità, così come tra individuo e collettività.

 

 

 

Damiano Avellino

Co-founder – Fairbnb.coop

​M:+39 3347414159

Leggi anche: Le case vuote di TrastevereCasetta popolare de Trastevere