ANIMALI TIBERINI

 

L’anguilla è anche nota come CAPITONE o, a Roma, CIRIOLA

L’anguilla è un pesce che ama le acque dolci, salmastre e marine dell’Atlantico e del Mediterraneo, compresi, chiaramente, i suoi tributari come il nostro Tevere. Nota come Anguilla e basta, è un pesce teleosteo della famiglia Anguillidae, in Italia viene anche chiamata Capitone (la femmina) o Buratello (il maschio).

Caratterizzata da un corpo allungato e serpentiforme, da una mandibola sporgente e dagli occhietti piccoli, il suo colore cambia a seconda delle fasi vitali: bruna e giallastra in acqua dolce; nera e argentata in acqua marina.

 

Le femmine possono raggiungere i 3kg di peso e il metro e mezzo di lunghezza

L’anguilla è un pesce migratore. Non si affatica, perché ama discendere la corrente, ed ha un istinto riproduttivo molto forte. Si pensi che le anguille di lago, escono di notte dall’acqua per raggiungere mari o fiumi strisciando come serpenti. Per vie oscure (all’uomo) questi pesci raggiungono il mar dei Sargassi dove depositano le uova prima di morire. I piccoli, poi, compiono il viaggio verso l’Europa dove attenderanno il momento dell’accoppiamento e della nuova migrazione per depositare le uova.

L’anguilla caccia la notte, nell’acqua torbida affidandosi all’olfatto, e si nutre di animali sia vivi che morti.

 

In pericolo critico di estinzione a causa della pesca

Si trova, al giorno d’oggi, in “Pericolo critico” di estinzione. È una specie difficilmente allevabile in cattività e se rimane abbastanza insensibile all’inquinamento, il suo vero problema è la pesca.

La tradizione romana di pesca all’anguilla è molto conosciuta anche grazie ai film e ai documentari, come GRA di Francesco Rosi. Ormai, di pescatori di anguille ne sono rimasti ben pochi nella nostra città, come pochi sono gli esemplari che ancora navigano le acque del Tevere.

 

 

Di Saverio Cambiotti

Illustrato da Nicoletta Guerrieri

Leggi anche: Un Tevere che muore e che viveFiume Tevere: tutto scorre